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SCENE DI LOTTA DI CLASSE A BEVERLY HILLS
(SCENES FROM THE CLASS STRUGGLE IN BEVERLY HILLS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 23 febbraio 1990
 
di Paul Bartel, con Jacqueline Bisset, Ray Sharkey, Robert Beltran, Paul Mazursky, Paul Bartel (Stati Uniti, 1989)
 
La lotta di classe alla quale si accenna nel titolo non è certo quella dei film militanti; e nemmeno di quelli che alla militanza hanno fatto prendere il cammino più tortuoso, o magari conveniente, dettato dalle leggi dello spettacolo.

La classe,qui è piuttosto quella che usano sciacquarsi in bocca gli snob: quella differenza di "tono" che separa i due servitori chicanos di questa villa di Beverly Hills, dai loro padroni. La sostanza essendo invece identica: andare - o non andare - a letto tra di loro. È vero che anche parlando di tono - o se preferite di classe - si può fare un discorso sulle differenze di classe. Il passato dell'autore di EATING RAOUL (sempre più evanescente epigono dell'underground USA, più divertito che realmente dissacrante), e soprattutto la dedica del film nientemeno che al Bunuel di IL FASCINO DISCRETO DELLA BORGHESIA tenderebbe a suggerirlo: in uno squarcio di ventiquattr'ore, nella casa di una diva televisiva che prepara il proprio comeback attorniata, oltre che dai due di cui sopra, dal fratello autore di soap opera, dalla novella consorte di quest'ultimo, porno-star soprattutto ansiosa di shopping sul celebre Rodeo Drive, dall'amica ovviamente in cura psy e via di seguito.

Ma vestendo questi personaggi alla DINASTY in una scenografia alla DALLAS, inserendoli soprattutto in uno stile registico svelto ed organizzato, Bartel vuol incorniciare la sua storia volgarotta (se ce la fai tu per primo ad andare a letto con la mia padrona di quello che riesco io con la tua, vinci tu. In caso contrario sei tu che vieni a letto con me: cosa che avviene - detto a scanso d'equivoci - con soddisfazione d'ambo le parti...) inserendola in una cornice nobile: della commedia di situazione alla Beaumarchais, insomma. Perché nasca, nel migliore dei casi, un discorso morale.

Il che avviene in misura relativa. Non essendo Bartel non diciamo Bunuel, ma nemmeno Fassbinder o Almodovar, il suo film è volgare ma nemmeno troppo, paradossale ma non poi così tanto, dissacrante ma fino ad un certo punto.


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